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Post Jukebox

Thursday, November 06, 2008


Sono solo un parto della tua mente malata

Io non parto, io sto qua, io non parto mica, non ci pensare nemmeno, io sto qui e ci sto bene. Mi metto comoda, mi rilasso, anzi sai che ti dico se mi gira mi faccio anche due minuti di sonno, anzi tre. Ahahah! Aspetta cos'è che hai detto, dicevi a me? no, vero? Ahahah!
Cosa dici? ce l'hai con me? non ci credo, tu non sai cosa vuol dire avercela con qualcuno, men che meno con me. Io! Io ce l'ho con te! Tu che mi tieni qui, al chiuso, apriamo un po' le finestre, facciamo passare un po' d'aria, per diamine! Areare il locale prima di soggiornare, areare il locale prima di farmi entrare. Qui è pieno di batteri e microbi, ci credo che poi non stai bene. Tu non stai bene, sei malata, tu, non io! Io sto benissimo, o almeno stavo, prima di arrivare qui! E no, che non me ne torno dove stavo prima, non lo so nemmeno dove stavo prima di venire qui. Che ne so io, che domande mi fai? Imbecille. Pare che non lo sai. Io, dopotutto, sono solo un parto della tua mente malata.

(frase scelta da 'Cesca)

Tuesday, October 28, 2008


..smoked?..

Dei modi, due, per chiudere una storia,
ovvio mettesse in pratica il secondo.
Il primo lo conosce tutto il mondo
tipico dei coglioni pien di boria:

foto, regali, email e testamenti
tutto vada a finire dentro al fuoco,
l'amore che fu usato come gioco
sparisce tra le ceneri e i lamenti.

Ma non si addice a lei questa finzione,
la pira di scartoffie brucia invano,
tragedia in miniatura da operetta,

allora resta l'altra soluzione
infliggersi la morte nuda mano,
magari dopo, prima sigaretta.

(foto originale ..smoked?.. di william_perry)


Tuesday, August 07, 2007


Notturno di notte

(testo per una canzone, la musica mettecela voi)

Ci siam visti l'altro giorno
e più o meno mi hai ignorato,
stavi insieme con le amiche
e anche loro l'han notato.

Ma da quando hai detto basta
mi hai sbattuto sulla strada,
son malconcio e malandato
come un autobus sbagliato.

Questo amore è un notturno di notte,
che corre contromano in tangenziale,
a bordo solo qualche foglio di giornale
e anche il controllore se ne fotte.

Son qui sveglio e son le tre,
guardo il cielo e poi mi struggo,
se fumassi sarei un figo
e invece attacco il frigo.

Vorrei scendere per strada
arrivare fino a un bar,
ma qui intorno non c'è nulla
solo una fermata vuota.

Questo amore è un notturno di notte,
che corre contromano in tangenziale,
a bordo solo qualche foglio di giornale
e anche il controllore se ne fotte.

Vorrei scendere di corsa,
saltar giù in questo istante,
ma qualcosa mi trattiene
"No, il biglietto non ce l'ho!"

Questo amore è un notturno di notte,
che corre contromano in tangenziale,
a bordo solo qualche foglio di giornale
e anche il controllore se ne fotte.

Questo amore è un notturno di notte,
che corre contromano in tangenziale,
a bordo solo qualche foglio di giornale
e anche il controllore se ne fotte.

(parola scelta da Fassbinder)

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Thursday, August 02, 2007


Occhiaie

La ragazza con le occhiaie aveva pianto, ma non perchè il suo letto fosse vuoto.
La ragazza con le occhiaie non aveva dormito, ma non perchè qualcuno l'avesse tenuta sveglia a raccontarle storie d'amore.
La ragazza con le occhiaie aveva provato a nasconderle con il trucco, ma gli scivolava via, sporcandole la faccia, facendola sembrare un livido pierrot.

La ragazza con le occhiaie guarda lontano, gioca con una margherita e sospira, poi pensa "Certo che questa allergia è proprio una merda"

(parola scelta da tascabile)

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Friday, July 20, 2007


Aerofagia

Ti svegli alla mattina,
ti scappa un bel ruttino
e con un sorrisino
a tutti dici pardon.

Se al bar fai colazione,
brioche con cappuccio,
é con immenso cruccio
che poi ti parte il bott.

A pranzo non aspetti
la lenta digestione
risuona un bel ruttone
che ancora aspetti il prim.

Per cena fai la dieta,
vai in bianco col risotto
ma dal violento botto,
parrebbe un gran banchett.

Quanto ti infili a letto,
tua moglie fa le fusa
la bocca ti tien chiusa,
ma tuoni per il dietr.

(parola scelta da Capitan's Charisma)

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Noia

"La noia" di Mucio

Quando io e mio fratello eravamo piccoli ci divertivamo a catturare le lucertole, a metterle nelle bottiglie di plastica e poi infilarci dentro dei raudi e vederle esplodere. Quando siamo diventati più grandi avevamo cominciato a costruire un nave, una delle tre caravelle, ma avevamo scoperto presto che era molto più noioso di guardare la televisione. Verso i diciotto anni abbiamo perso l'abitudine ad annoiarci insieme, presi com'eravamo dalle ragazze, ma ultimamente ci siamo ritrovati insoddisfatti a guardare le nostre vite, i nostri lavori, le nostre case e tutto il resto.

Domani partiamo, abbiamo sistemato tutto, tre mesi in Australia per scoprire se è vero che i canguri sono commestibili, se i koala sono ancora specie protetta e se dall'altra parte del mondo ci si annoia come qui. Ho i miei dubbi, al più andiamo al mare a fare un tuffo con tanto di squalo bianco.

(parola scelta da Ivan Mez)

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Friday, June 15, 2007


Abbaiare

Bau, bau, bau, bau, bau.
Hai voglia a farlo quando la casa è chiusa, le luci spente e la strada vuota.
Bau, bau, bau, bau, bau.
Non c'è nemmeno la luna, il cielo è coperto e io sono fradicio.
Bau, bau, bau.
Sto perdendo la voglia. Il padrone non si muoveva e quelle persone l'hanno portate via. Puzzavano di alcool e medicine.
Bau.
Sbadiglio. Dovrei dormire, è tardi, ma non ho sonno, non ho una casa e non ho più un padrone.
...
Arriva un tram notturno. Si ferma, ne scende una donna malferma. Salgo sul tram, timbro il biglietto e vado via.

(parola scelta da Heloise)

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Thursday, June 29, 2006


Cielo a pecorelle pioggia a catinelle

- Mamma c'è la pioggia?
- No, non piove oggi, perchè?
- Ma io ieri ho sentito il pastore che diceva che se c'ha le pecorelle c'è la pioggia a catinelle.
- E allora?
- Io, Beth e Mustafà siamo delle pecorelle.
- Beh, siete più degli agnelli, non siete ancora delle pecore.
- Ma Dora, Mark e Violet sono delle pecorelle?
- Mark è un giovane montone, ma Dora e Violet sono effettivamente delle pecorelle.
- Allora adesso verrà a piovere?
- Calmati Rebecca. Hai visto dove siamo?
- Siamo al pascolo.
- Lo vedi?
- Ah! Meno male.
- Dai, ora pascola un po'.
- Mamma.
- Che c'è ora?
- Sono contenta che il pastore ci ha portate al pascolo oggi. Pensa se ci portava a Catinelle, avremmo preso tutte il raffreddore.


Il juke box l'avevo capito adesso

Quando Lisa se ne andò pioveva. L'autunno era appena cominciato, c'eravamo già detti tutto, avevo smesso di crederle ormai e lei aveva accettato la cosa senza versare una lacrima. Uscendo per l'ultima volta, con la sua valiga e l'ombrello mi guardò e mi disse solo "Ormai sei come un jukebox rotto." Poi uscì dalla mia vita.

Adesso che l'inverno stava finendo, con questa pioggia fine come quella di quel giorno, con le altre donne e le altre storie che erano passate da questa casa, stava ripensando a lei, a quando mi guardava con gli occhi neri e mi inchiodava come una cavalletta da sezionare o un orologio rotto, ma lei aveva capito subito quali erano i miei organi e come giravano le mie rotelle. A chi mi chiedeva qualcosa non davo nulla, o poco, e a chi mi prendeva a pesci in faccia giuravo amore eterno. La storia del juke box l'avevo capita solo adesso.


L'efficacia simbolica

Stanno ancora ridendo. Chi? I cuna e ne avranno ancora per molto. Quando arrivò Lévi-Strauss, l'antropologo non quello dei jeans, capirono subito che era uno che la sapeva lunga, sì, sì, come no, e ridono mentre se lo dicono.

I nele, gli sciamani, se la tramandano la storia: una donna stava partorendo, altre donne erano intorno, il parto non era più difficile del solito, ma Lévi-Strauss, detto dai cuna il finocchio civilizzato, era impressionato, "ma voi non fate niente? aiutatela!" Al che il vecchio della tribù prese a cantare una canzone inventando le parole sul momento e gli altri, capendo il gioco, gli andarono dietro tenendo il ritmo.

La donna partorì tranquillamente, il canto finì e Lévi-Strauss era estasiato: "come si chiama questo canto?"
Il vecchio lo guardò bene in faccia e poi, impassibile, gli fece "Noi lo chiamamiamo Mu Ikala, la via di Mu."

Allora l'antropologo corse nella sua capanna e iniziò a scrivere tutto quello che aveva visto, senza accorgersi, dai sorrisi sotto i baffi dei membri della tibù, che Mu per i cuna significava e ignifica ancora oggi solo "finocchio".


Arrotolandosi intorno alle dita una ciocca di capelli biondo platino

Arrotolandosi intorno alle dita una ciocca di capelli biondo platino, Mario guardò con un sorriso Milena che dormiva arrotolata nelle lenzuola, pensò di amarla. Si ripasso un'ultima volta il rossetto sulle labbra, prese la borsetta nera, controllo che vi fosse tutto, chiavi di casa, della macchina, il portafoglio, i preservativi e il Lexotan, poi riguardò Milena, ma questa volta non sorrise, l'amore a volte è complicato. Prese un pacchetto di fazzoletti e uscì cercando di fare meno rumore possibile con i tacchi sul pianerottolo.


Nel Pallone

Non ci sono posti dove poterti nascondere quando sei un bambino e vivi alla periferia del mondo. Che sia Bahia, Napoli, Johannesburg o Budapest non importa, la fame e la violenza ti trovano sempre.

La mia fortuna fu di conoscere Luiz, Candido, Franz e tutti gli altri. Su un campo di polvere, rincorrendo un pallone, riuscivamo a dimenticare il resto del mondo, riuscivamo a nasconderci tutti lì dentro.

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